venerdì 9 novembre 2007

Le fils



Titolo: Il figlio
Regia: Luc e Jean-pierre Dardenne
Produzione: Belgio 2002
Durata: 103'

Olivier lavora come falegname in un centro di recupero per ragazzi disadattati, un giorno gli viene assegnato come apprendista Francis. Egli lo accoglie con molta inquietudine, continua a seguirlo, lo scruta continuamente. Un terribile segreto lega questi due personaggi che sembrano così distanti..

Il Figlio di Luc e Jean-pierre Dardenne è costruito su una doppia mancanza:quella di un padre senza il figlio e quella di un figlio senza il padre, quest’ultimo responsabile della morte del figlio del protagonista. La tensione all’interno del film, quasi intollerabile in certi momenti, è generata dal dubbio del “padre”: vendicarsi del ragazzo o perdonarlo. Quando Olivier interpretato da Olivier Gourmet (premiato a Cannes per la migliore interpretazione) si sposta dalla falegnameria per inseguire il ragazzo il dubbio ci assale, cosa farà adesso? Cosa faremo al suo posto? Fondamentale da questo punto di vista le scelte registiche dei Dardenne: la macchina da presa è sempre attaccata al protagonista (quasi sempre di spalle all’altezza della nuca) lo incalza e lo segue come se lo spettatore dovesse sentire, più che vedere, il mondo come lo sente lui. Inoltre Olivier e il ragazzo non sono mai inquadrati nello stesso piano, i Dardenne sono abili a non farlo notare, ma dopo un attenta visione, ci si accorge che i protagonisti non condividono mai lo stesso fotogramma, anche nei piani-sequenza la macchina da presa ruota dall’uno all’altro tenendoli separati. Un cinema fatto di piccoli gesti, silenzi e sguardi. Alla fine “il padre” si farà carico delle responsabilità verso questo “figlio” e a noi rimane un ultima inquadratura (l’unica dove sono insieme) dove padre e figlio si scambiano degli sguardi mentre lavorano insieme.



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