martedì 2 ottobre 2007

Porco Rosso


Titolo: Porco Rosso
Regia:Hayao Miyazaki
Produzione: Giappone 1992
durata:93'

Marco Pagot è un asso dell'aviazione militare italiana che, in un misterioso incidente durante la Prima Guerra Mondiale, a cui sopravvive miracolosamente, assume per magia un aspetto suino. Abbandona dunque l'esercito e la vita mondana (compreso l'amore per Gina, la bella cantante di un night allestito su un'isola e frequentato da contrabbandieri) e si ritira nella costa dalmata, guadagnandosi da vivere con le taglie poste sui pirati dell'aria che combatte con il suo biplano dipinto di rosso (da cui il soprannome "Porco Rosso"). Il film segue le sue avventure tra l'Istria e Milano, in un'Italia immaginaria (ma non tanto) mostrata da splendide vedute aeree, nel conflitto con un pilota americano (Donald Curtis), con i pirati e con il nascente fascismo e nell'amicizia con una giovanissima meccanica (Fio Piccolo).

L’idea iniziale del film risale al 1984 dove, in una serie di composizioni grafiche, Miyazaki immagina la storia di un ufficiale con l’aspetto di un maiale che cerca di sedurre una ragazzina . In seguito quello spunto da origine ad un manga in cui il l’ufficiale diventa un pilota di idrovolanti in azione sul mare adriatico. Ed è proprio l’ammirazione per quell’epoca che spinge Miyazaki a realizzare il film, pur rendendosi conto che per ora lo spunto per un lungometraggio e piuttosto “leggero”; decide allora di realizzare un mediometraggio destinato ad essere trasmesso sugli aerei della Japan air lines ( sponsorizzato da quest’ultima)ma , come spesso accade ai grandi autori, il progetto lievita, fino a trasformarsi in un lungometraggio di 93 minuti.

La trasformazione del protagonista in maiale ha varie chiavi di lettura. Da un punto di vista “buddista” il maiale rappresenta tutti i peggiori difetti dell’uomo,non a caso nello spunto iniziale il vecchio maiale insidiava una giovane; ma “porco rosso” in epoca fascista era un insulto rivolto agli oppositori del regime, e non ci sono dubbi sulle idee politiche del protagonista . Esiste tuttavia un’interpretazione più intima della trasformazione. Marco si sente un maiale per esser sopravvissuto alla battaglia aerea dove sono morti tutti i suoi compagni: un fatto inaccettabile per la mentalità giapponese. Miyazaki inoltre,appartenendo ad una famiglia che si occupava di costruire componenti aerei durante il conflitto mondiale, ha sempre provato vergogna per i privilegi che aveva mentre il resto del paese cadeva nell’abisso. Gli aerei che Miyazaki amava erano anche il simbolo della sua vergogna.

Nel film Miyazaki dedica un commovente omaggio a tutti i piloti di ogni nazionalità caduti durante le guerre: in una sequenza “onirica” ci mostra un immensa formazione di aerei fantasma che volano solenni nell’immensità del cielo.Non mancano all’interno del film i riferimenti culturali e gli omaggi al cinema. Nella prima sequenza si vede il protagonista con una copia di “Cinema”, rivista specializzata dell’epoca; l’impermeabile , le sigarette e le scazzottate richiamano alla mente Bogart e i film classici hollywoodiani di Ford e Hawks. Ma il riferimento principale è sicuramente verso Antoine de Sait-Exupery, l’uomo che come Miyazaki amava il volo e il mondo dell’infanzia; il pilota che come Porco Rosso scomparve nel nulla senza lasciare tracce.

E’ sicuramente uno dei film più personali di Miyazaki, dove all’interno della trama avventuristica inserisce non solo le tematiche a lui care come la metamorfosi, i bambini , gli aerei e i nemici/amici, ma anche quegli elementi che fanno parte dei suoi ricordi e delle sue fantasie. Pur essendo uno dei suoi migliori film qua in Italia, grazie alla solita distribuzione idiota, alla tv non si è ancora visto.

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